SALUTE

L’alta qualità combatte le malattie, la bassa le favorisce

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Più alta è la concentrazione di polifenoli più marcata è l’azione antiossidante. E inibisce il batterio dell'ulcera.

Consumatori italiani più attenti alla qualità acquistano sempre più extravergine, che rappresenta il 72% del fatturato per la Gdo contro il 13% di quello dell’olio di oliva, mentre sale al 12% la quota del marchio “100% italiano”.

Un segnale che denota una crescita culturale dei consumatori che associano alla categoria dell’extra vergine il concetto del prodotto di qualità, che piace sempre di più anche perché interessati alla propria salute.

Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato che il consumo di olio d’oliva è associato ad un ridotto rischio di contrarre alcune patologie cronico-degenerative come le malattie cardiovascolari e i tumori. I fenoli secoiridoi, peculiari composti di questo alimento, possono essere alla base dei meccanismi di chemioprevenzione esercitati dall’olio d’oliva sui tumori. Recenti studi confermano tali proprietà preventive anche in modelli animali di cancerogenesi.

Si può pertanto suggerire che l’uso regolare di un buon olio extravergine di oliva ricco di composti fenolici può prevenire l'insorgenza di alcune neoplasie maligne nell’uomo. È quanto emerge, e ribadito, dai lavori dell’incontro “Salute e prevenzione” - Nuove frontiere per l’extra vergine promosso a Chieti da Coldiretti - Fondazione Campagna Amica e Lega italiana per la lotta contro i tumori con la collaborazione di Unaprol.

La collaborazione di queste importanti associazioni viene esaltata dal prodotto olio extravergine di oliva adottato dalla LILT come prodotto testimonial e simbolo della lotta ai tumori. Principe della dieta mediterranea ed elisir di lunga vita, la potenzialità dell’olio extravergine di oliva di prevenire alcune malattie è direttamente proporzionale al concetto di qualità del prodotto. Più alta la concentrazione di polifenoli più marcata la sua capacità di svolgere un’azione antiossidante.

Lo stress ossidativo (SO), che si genera nel nostro organismo quando i processi ossidativi prevalgono sulle capacità antiossidanti, è ritenuto una delle concause più documentate di molte malattie croniche cardiovascolari, cerebrali, endocrine e oncologiche. Gli studi epidemiologici più recenti (EPIC) confermano l’importanza salutistica in riferimento diretto all’olio extravergine di oliva.

La condizione essenziale per il beneficio, tuttavia, è la buona qualità dell’olio extravergine di oliva, la quale deriva da valenze agronomico-climatiche, produttive, di corretto mantenimento ed impiego nella cucina giornaliera.

Gli italiani consumano mediamente 14 kg/testa/anno di olio extra vergine di oliva. Il prodotto di qualità si configura come un alimento funzionale che si assume perlomeno due volte al giorno e che può essere preventivo delle malattie croniche, se è di buona qualità, oppure - all’estremo opposto - essere un alleato di queste, se di cattiva qualità.

Ma ci sono aspetti nuovi e non poco sorprendenti. Uno di questi è l’effetto inibitorio sulla crescita dell’Helicobacter pylori, il batterio responsabile dell’ulcera e la gastrite. Alcuni studi sembrano dimostrare questa azione dell’olio extra vergine di oliva anche se richiedono di ulteriore conferma. Questi effetti benefici sono maggiormente espressi dall’olio novello in quanto la presenza di polifenoli è decisamente più abbondante. Consumare un buon extravergine aiuta a vivere meglio.

L’alta qualità combatte le malattie, la bassa le favorisce - Ultima modifica: 2013-04-18T13:59:03+02:00 da Redazione Olivo e Olio

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