La cascola dei frutti può limitare la produzione

cascola dei frutti dell'olivo
Accrescimento frutticini
Non basta una buona fioritura a determinare un’annata molto produttiva: i fenomeni di abscissione dei frutti, naturali o indotti da attacchi parassitari, possono risultare decisivi ai fini della produzione finale dell’oliveto

La produzione di olive è regolata da una serie di fattori di natura genetica e ambientale per cui il numero di frutti alla raccolta è molto inferiore non solo a quello dei fiori ma anche a quello dei frutticini inizialmente allegati. La differenza fra il numero di olive allegate e quelle che effettivamente è possibile raccogliere alla fine della stagione è dovuta a fenomeni di cascola (abscissione) che sono in parte fisiologici e in parte indotti da fattori esterni. Tra i fattori esterni alla pianta, la mosca delle olive (Bactrocera oleae) è la causa principale di cascola dei frutti a partire dalla fase di indurimento del nocciolo del frutto. La siccità estiva può anche incidere in misura rilevante sul fenomeno.

Nonostante i meccanismi di abscissione e la loro regolazione endogena nell’olivo non siano del tutto chiariti, una corretta gestione agronomica e fito-sanitaria dell’oliveto consente di limitare l’incidenza della cascola e preservare così la produzione.

Periodi di cascola fisiologica

L’eliminazione di frutti da parte dell’albero è un meccanismo di autoregolazione del proprio carico produttivo, che viene adattato nel corso dell’annata, in base alle risorse interne alla pianta e all’andamento dei fattori ambientali. In altre parole, riducendo il numero di frutti, l’albero adegua lo sforzo riproduttivo alle risorse disponibili (carboidrati, elementi minerali, ormoni vegetali e acqua) sostenendo la crescita di un numero di frutti proporzionato alla capacità dell’apparato radicale e della superficie fogliare.

Dalla fioritura fino alla completa maturazione del frutto si verificano tre periodi principali di cascola:

  1. la colatura dei fiori e cascola dei frutticini appena allegati, da cui dipende il numero di drupe inizialmente allegate;
  2. la cascola fisiologica o estiva, successiva all’allegagione e che si protrae fino all’indurimento del nocciolo;
  3. la cascola pre-raccolta, che si verifica nell’ultima fase di sviluppo delle drupe fino alla maturazione ed oltre. Tipicamente, la percentuale iniziale di allegagione dell’olivo è molto bassa, per cui è normale che la gran parte della fioritura non si traduca in produzione.

Quando si considera allegato un frutto?

A seguito dell’impollinazione e fecondazione, si verifica un iniziale ingrossamento dell’ovario e la caduta dei petali dopo il loro avvizzimento. Sui frutticini appena formati (foto 1 a, b) sono visibili i residui delle strutture fiorali, in particolare dello stilo e stimma, e i sepali alla base del frutticino. A questo stadio, l’ovario ingrossato, di forma rotonda, misura un paio di millimetri ed ha già assunto sembianze di frutticino. Tuttavia è ancora prematuro stimare l’allegagione in quanto molti di questi frutticini cadranno naturalmente in fasi successive. Una stima affidabile può essere effettuata a partire da 4-5 settimane dopo la piena fioritura su frutticini già di forma ovoidale e di colore verde intenso, in cui non vi sono più i residui delle strutture fiorali ad eccezione dello stimma ancora visibile sulla parte distale del frutto (foto 1 c).

1 - Stadi progressivi di accrescimento dei frutticini, 3 (a,b) e 5 settimane dopo la piena fioritura (c).

Ma una volta avvenuta l’allegagione quanto incidono le successive ondate di cascola?

Abscissione dei frutti in estate

Dal punto di vista quantitativo la cascola fisiologica estiva può essere estremamente variabile. Ad esempio può ammontare anche fino al 70% dei frutti presenti sulla pianta dopo l’allegagione: è questa la percentuale di frutti caduti dall’allegagione fino alla fine di agosto indicata da Morettini (1972) sulle varietà Leccino e Frantoio. Riduzioni del numero di frutti superiori all’80% sono state invece rilevate a partire dalla fine della fioritura fino alla fine di luglio su Leccino, da Fabbri et al. (2011). In altre varietà l’impatto della cascola estiva sembra essere più moderato: le cultivar Arbequina, Arbosana, e Biancolilla sono alcune tra le varietà meno soggette a perdite sostanziali di frutti (Campisi et al., 2011). Sono state, invece, indicate come molto sensibili al fenomeno della cascola estiva, le varietà Ascolana tenera, Giarraffa e Ogliarola messinese, soggette a perdite superiori al 70% (Lombardo et al., 2011).

La cascola estiva è contenuta se la superficie fogliare esposta è attiva e funzionale, e riesce a sopperire ai fabbisogni energetici e idrici dei frutti in accrescimento. Gli interventi colturali che consentono di mantenere condizioni ottimali nell’oliveto, dalla disponibilità nutrizionale, carboidratica e idrica al contenimento di patologie fogliari e insetti fitofagi, sono determinanti per la produzione. Nell’olivo, la cascola fisiologica riguarda i frutti nel periodo iniziale di rapido accrescimento, compreso di solito tra giugno e luglio (6-8 settimane dalla piena fioritura), che precede la lignificazione dell’endocarpo.

Cascola pre-raccolta

Superata la fase di indurimento del nocciolo, i frutti riprendono la crescita rapida, durante la quale la cascola è modesta in assenza di stress ambientali e attacchi di natura parassitaria. In questa fase però l’eventuale infestazione da mosca determina i maggiori danni, compresi quelli da prematura caduta dei frutti.

Con la progressiva maturazione dei frutti e l’accumulo di olio nel mesocarpo del frutto, comincia anche il naturale processo di abscissione. Alla base del peduncolo, si forma gradualmente uno strato di cellule che va incontro ad una progressiva degradazione delle pareti cellulari e alla loro suberificazione (zona di abscissione), fino a provocare l’interruzione della connessione tra pianta e frutto. Con la formazione dello strato di abscissione diminuisce la forza con cui i frutti sono trattenuti sulla pianta. L’induzione dello strato di abscissione è di natura ormonale, dovuta alla produzione di etilene, che innesca i processi biochimici di lisi della lamella mediana e della parete cellulare. Non a caso, l’etilene, o i composti chimici che lo rilasciano, sono anche stati utilizzati come prodotti cascolanti.

In caso di attacchi di mosca, il fenomeno di abscissione è ulteriormente accelerato in quanto il foro di uscita con cui la mosca completa il suo sviluppo all’interno della drupa, provoca l’indebolimento meccanico del peduncolo dell’oliva.

Ma quanto incide la cascola pre-raccolta sulla produzione? Le stime di quanta produzione si perda effettivamente durante la maturazione per effetto della cascola sono variabili e gli studi che hanno affrontato questo problema pochi e frammentati. Sulla cultivar Carolea sono state quantificate perdite del 18% rispetto al numero di frutti stimato alla fine del periodo estivo (Inglese et al. 1996). Famiani et al. (2000) indicano una cascola pre-raccolta corrispondente al 17, 12 e 13% della produzione stimata in settembre, rispettivamente sulle varietà Frantoio, Leccino e Maurino, quando la raccolta viene ritardata fino alla prima metà di dicembre. Morettini (1972) invece riporta che nel periodo dall’inizio della maturazione alla fine di novembre, si può perdere fino al 30% del numero di frutti presenti sulla pianta a fine estate, per le cultivar Frantoio e Leccino.

Alcuni risultati sperimentali

In una prova sperimentale condotta nel 2015 nella Maremma toscana (Venturina, LI), abbiamo quantificato l’impatto della cascola pre-raccolta, sia fisiologica che causata dall’infestazione da mosca. Monitorando la cascola tra 110 e 180 giorni dalla piena fioritura (da metà settembre alla fine di novembre), abbiamo potuto osservare delle differenze, in termini di olive cascolate in pre-raccolta, tra due regimi irrigui. In particolare, mentre tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre le percentuali di cascola erano relativamente basse e poco differenti tra i due trattamenti (intorno al 7% del numero di frutti sulla pianta all’inizio del monitoraggio), da metà ottobre la cascola è progressivamente aumentata e le maggiori percentuali sono state misurate per gli alberi in asciutto. Già al 15 di ottobre, in asciutto si erano infatti persi il 21% del numero di drupe, contro il 15% riscontrato negli alberi in irriguo. Successivamente, alla fine di ottobre, nell’asciutto erano caduti circa il 38% dei frutti, contro il 26% per l’irriguo. Infine, alla data del 27 novembre, le perdite cumulate di produzione, espresse come numero di frutti cascolati (comprendenti sia le olive sane, sia i frutti con foro di uscita della mosca) rispetto al numero inizialmente stimato, sono state dell’85% nell’asciutto e del 70% nella piena irrigazione: prescindendo dal trattamento irriguo, un impatto molto rilevante e ben più elevato rispetto a quello, variabile tra il 10 e il 30%, riscontrato negli studi citati precedentemente.

Il processo di maturazione particolarmente anticipato per l’annata 2015, e la sospensione dei trattamenti contro la mosca nelle condizioni sperimentali possono spiegare le differenze osservate ma evidenziano anche come le condizioni climatiche e irrigue e l’aspetto della difesa contro Bactrocera oleae (mosca delle olive), possano incidere fortemente sulle perdite di produzione in pre-raccolta.

Per quanto riguarda la natura del fenomeno di cascola osservato, è interessante notare come nei due regimi idrici siano ben distinti i fenomeni di cascola fisiologica e quella indotta dalla mosca. Per le piante in asciutto, la maggiore causa della caduta dei frutti è riconducibile al naturale processo di cascola fisiologica (grafico 1). Le differenze tra le piante irrigate e quelle in asciutto, si sono osservate già nelle prime settimane di monitoraggio della cascola: al 15 ottobre, le perdite cumulate di frutti nell’asciutto (17%) erano già più del doppio rispetto al regime di piena irrigazione.

Alla fine di novembre sulle piante in asciutto, abbiamo, infine, stimato una perdita di olive sane cascolate, rispetto al carico di frutti stimato in settembre, del 53%, molto superiore a quella dell’irriguo (22%). La maggiore cascola delle olive sane in queste piante è imputabile all’annata molto siccitosa, che ha tra l’altro prodotto una maturazione anticipata dei frutti rispetto alle piante che erano state irrigate.

Quanto incide l’infestazione da mosca?

Rispetto a studi effettuati in passato in cui la cascola in pre-raccolta era per buona parte indotta dall’infestazione di tignola, ad oggi sono gli attacchi di mosca che devono far preoccupare, soprattutto durante la maturazione del frutto. Le olive cadono in seguito al danno fisico procurato dalla mosca e l’entità del danno dipende molto dallo stadio di sviluppo dell’insetto. Infatti, le drupe in cui si è già concluso il ciclo vitale della mosca, riconoscibili per il foro d’uscita (foto 3) sono facilmente soggette a cascola, mentre le olive dove l’insetto si trova ancora in stadi precoci di sviluppo tendono a rimanere sulla pianta.

frutti di olivo abscissi
3 - Frutti abscissi in seguito allo sfarfallamento della mosca attraverso il foro di uscita (sopra); sotto, frutti sani caduti durante la maturazione.

Dai dati raccolti emerge che la cascola riconducibile al danno del foro d’uscita della mosca sulle olive era molto rilevante rispetto sul carico di frutti iniziale della pianta, e crescente durante il periodo di maturazione del frutto. Infatti, a metà ottobre 2015, epoca indicativamente ottimale per la raccolta della cultivar Frantoio nell’area in cui abbiamo effettuato la sperimentazione, la cascola imputabile alla mosca riguardava in media poco più del 5% dei frutti, anche per la copertura da parte dei trattamenti anti-mosca effettuati in settembre, e con differenze trascurabili tra i due regimi irrigui considerati.

Tuttavia, soprattutto durante il mese di novembre (grafico 2), abbiamo osservato una cascola crescente di frutti con foro di uscita della mosca, soprattutto per gli alberi che erano stati irrigati. Con la raccolta tardiva (fine novembre) si sono registrate perdite del 34% delle drupe in asciutto, e del 49% sulle piante irrigate pienamente. Negli alberi irrigati, si può ipotizzare che la mosca abbia prodotto maggiori danni per le maggiori dimensioni dei frutti, per la maturazione ritardata e per il minor contenuto di polifenoli nella polpa rispetto alle olive degli alberi in asciutto. Questa suscettibilità espone la pianta, perciò, a maggiori perdite per cascola e pone la questione di come combinare gli effetti positivi dell’irrigazione sulla produttività con il maggiore rischio di cascola di frutti, dovuta alla mosca, intorno alla raccolta. La scelta dell’epoca di raccolta, per evitare eccessive perdite di frutti, è dunque decisiva.

Misurare la cascola dei frutti

Per conoscere a quanto ammonta la naturale abscissione delle olive, esistono alcuni metodi semplici, più o meno indicati a seconda degli obiettivi dell’indagine. Un primo metodo consente di stimare la percentuale di olive cadute rispetto alla popolazione iniziale. A tale scopo si selezionano alcune branchette (3-4 per pianta) orientate secondo diverse direzioni, e si identificano con un cartellino (foto 2a). Periodicamente (ogni 7-15 gg) a partire dallo stadio grano di pepe (frutticini di 3-4 mm di diametro), si effettua il conteggio del numero di frutticini sulle branchette inizialmente marcate: questo permette di valutare quale sia l’incidenza della cascola nelle varie fasi di sviluppo del frutto. Questo metodo è piuttosto laborioso, richiede conteggi periodici e la ripetizione su un certo numero di alberi per ridurre la variabilità. Inoltre, se il numero dei frutti per ciascuna branchetta è basso, il metodo può non essere molto preciso per via della scarsa rappresentatività del campione sul singolo albero.

2a - Metodi di stima della cascola. Branchette identificata con nastrino per il monitoraggio del numero dei frutti: la stessa branchetta può essere utilizzata anche come riferimento per misurare l’accrescimento dei frutti.

Un metodo più rapido nella determinazione della cascola consiste nel raccogliere le olive cadute periodicamente su reti posizionate al di sotto degli alberi oggetto dell’indagine (foto 2b).

2b - Metodi di stima della cascola. Reti stese sotto l’albero per intercettare i frutti cascolati.

Una volta individuati gli alberi rappresentativi dell’oliveto, si posizionano sotto le chiome delle reti, possibilmente ancorate con dei picchetti, per intercettare i frutti che via via cadono dalla pianta. Pesando le olive presenti sulle reti ad intervalli regolari (settimanalmente o ogni due settimane) si può determinare la quantità di olive cascolate. Le olive prelevate dalle reti possono essere eventualmente suddivise in base a tipologie di colore, danni meccanici, danni da insetti (es. mosca) o con sintomi di avvizzimento etc. Il limite di questo metodo è che le quantità di olive cascolate deve poi essere rapportata alla produzione finale dell’albero, per cui gli alberi utilizzati devono essere raccolti a parte e il prodotto pesato e valutato. Rispetto al metodo precedente però, l’incidenza della cascola è stimata su tutta la produzione e non solo su un campione di olive.

 

Le condizioni sperimentali

L’oliveto utilizzato è un impianto intensivo (400 piante/ha), di 6 anni, della cultivar Frantoio, su suolo franco-limoso presso i campi sperimentali di Venturina (Livorno) del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. Al fine di determinare l’effetto della disponibilità idrica sulla cascola preraccolta, sono stati confrontati due regimi idrici (irrigato e asciutto). Con la piena irrigazione si sono restituiti volumi di acqua pari al 100% della evapotraspirazione, da luglio a settembre, mentre per l’asciutto non si sono effettuate irrigazioni. È importante notare che questi regimi irrigui hanno determinato due condizioni di disponibilità idrica estreme: mentre la coltivazione in asciutto è piuttosto comune, l’irrigazione volta a soddisfare il pieno fabbisogno idrico degli alberi difficilmente si riscontra nei contesti produttivi. Tuttavia, i risultati sperimentali che riportiamo possono consentire di valutare l’importanza del fattore acqua sulla cascola pre-raccolta.

Per misurare la cascola, abbiamo posizionato delle reti, da metà settembre fino alla fine di novembre al di sotto di 3 alberi per ciascun regime irriguo. Le olive cascolate venivano raccolte settimanalmente, pesate, contate e suddivise in olive sane e olive con foro d’uscita della mosca (foto 3).

Quando raccogliere?

Molti olivicoltori tendono a ritardare la raccolta in modo da aumentare la percentuale di inoliazione e ottenere rese e produzioni maggiori. Tuttavia, spesso, e soprattutto nelle ultime annate, non si tiene conto delle perdite produttive legate alla cascola pre-raccolta, oltre che dei rischi che si corrono per lo scadimento qualitativo dei frutti raccolti in avanzato stadio di maturazione. Oltre ad una più razionale strategia di difesa dalla mosca, che come abbiamo visto è una delle principali cause di cascola, è necessario, quindi, includere il monitoraggio della cascola, per decidere e l’epoca di raccolta ottimale. Per massimizzare la resa dell’oliveto occorre considerare che le olive mantenute sull’albero continuano in parte ad aumentare in peso e soprattutto incrementa il contenuto in olio della polpa, ma contemporaneamente il carico di frutti si riduce per effetto della cascola (grafico 3).

La quantità di olio prodotto è il risultato di due componenti in aumento (peso del frutto, inolizione) e una in discesa (numeri di frutti sull’albero). Pertanto il periodo ottimale di raccolta diventa un compromesso tra questi andamenti. Una raccolta troppo anticipata, se da un lato previene la perdita di frutti per cascola, dall’altro non lascia realizzare la potenzialità di accrescimento del frutto, con conseguenti scarse rese in olio. Con una raccolta tardiva, invece, si può incorrere in un calo della produzione, dovuto alla eventuale maggiore perdita di frutti per abscissione.

Tradizionalmente si suggerisce di raccogliere entro il 10% di cascola preraccolta (rispetto al carico dei frutti sulla pianta), soglia oltre la quale perdita di produzione di olio potrebbe essere molto rilevante. Ipotizzando quindi di calcolare gli andamenti di produzione potenziale sulla base del numero dei frutti presenti sulla pianta, sul peso e sul contenuto in olio dei frutti, si può calcolare il periodo in cui raccogliere oltre il 90% della produzione potenziale di olio.

Massimizzare la produzione

Ricostruendo l’andamento della produzione sulla pianta, attraverso il numero di drupe stimato ed il peso medio della drupa, abbiamo individuato un arco temporale, corrispondente al periodo tra la prima e la terza settimana di ottobre, che avrebbe consentito di raccogliere oltre il 90% della massima produzione potenziale di olio (grafico 4). Nel caso dell’oliveto sperimentale che abbiamo considerato, per l’annata 2015 sulla cultivar Frantoio, in media, già a partire da metà ottobre, l’accrescimento ulteriore dei frutti mantenuti sulla pianta e l’incremento della percentuale di olio nel frutto, non sono stati sufficienti a compensare il calo produttivo dovuto alla cascola.

Gli andamenti della produzione potenziale fanno emergere anche alcune considerazioni sulla gestione irrigua dell’oliveto. Per le piante gestite in piena irrigazione, si raggiunge il 90% della produzione massima potenziale dal 10 di ottobre all’ultima settimana di ottobre (grafico 4). Invece, per quanto riguarda l’oliveto in asciutto, il carico produttivo già si era ridotto durante il periodo estivo: la produzione massima potenziale per queste piante è stata infatti di 11,1 kg olive/ albero, e una resa massima in olio di 1,9 kg/albero rispetto alle 14,5 kg olive/ albero e 2,4 kg di olio/albero delle piante con piena disponibilità idrica.

L’arco temporale in cui si massimizza la produzione di olive, e di olio, per l’asciutto, è risultato più breve e leggermente anticipato, indicativamente tra la prima e la seconda settimana di ottobre. Quando l’oliveto viene gestito in asciutto, o nei casi in cui si verifichino condizioni di forte stress idrico estivo, bisognerà quindi considerare una raccolta anticipata rispetto a condizioni di più elevata disponibilità idrica.

Questo tipo di valutazioni circa l’epoca di raccolta ottimale non è difficile da fare in campo e può essere facilmente incluso nei monitoraggi previsti dai servizi di assistenza tecnica delle associazioni di produttori. Con l’osservazione degli andamenti di maturazione, crescita del frutto e inolizione, infatti, si potranno dare delle indicazioni, per le diverse cultivar nei diversi areali olivicoli, riguardo al periodo ottimale di raccolta.

L’articolo è pubblicato su Olivo e Olio n. 3/2017

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La cascola dei frutti può limitare la produzione - Ultima modifica: 2017-05-29T10:52:07+02:00 da Lucia Berti

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